Quante volte sentiamo dire la frase “non è portato per la matematica”?
Quanti alunni provano un vero e proprio malessere quando si trovano di fronte a un problema aritmetico?
Avere l’ansia per la matematica è un modo di dire o qualcosa di più?
È oramai consolidato in letteratura che il successo in matematica non sia determinato solo dalla preparazione e dalla competenza, ma che buona parte dipenda dall’atteggiamento nei confronti della disciplina. Diverse ricerche mostrano che le difficoltà in matematica spesso si associano a un’ansia elevata che interferisce con l’apprendimento e la successiva prestazione.
COME AGISCE L’ANSIA DA MATEMATICA?
Togliamoci ogni dubbio: l’ansia per la matematica non è un modo di dire ma qualcosa di più. Richardson e Suinn nel lontano 1972 hanno definito l’ansia per la matematica come ‹‹uno stato caratterizzato da sentimenti di tensione e preoccupazione che interferisce con la manipolazione dei numeri e la risoluzione di problemi matematici in vari contesti della vita quotidiana e scolastica››.
Gli studi testimoniamo che i pensieri negativi generati dall’ansia compromettono il buon funzionamento della memoria di lavoro, provocando una caduta nelle prestazioni matematiche.
Per svolgere a mente 120+191 devo tenere in memoria 120 e 191, pensare che magari è meglio se comincio col più grande 191, e mettere in atto le strategie per svolgere l’addizione: in questo tipo di compito interviene la memoria di lavoro. Se siamo troppo agitati e turbati difficilmente riusciamo a svolgere il compito in modo corretto.
INFLUENZE SULLE SCELTE FUTURE
Dati allarmanti vengono da ricerche che mostrano come i pensieri distorti nei riguardi delle proprie capacità in matematica influenzino le scelte scolastiche e lavorative future. Coloro che si credono incapaci in matematica tendono ad evitare indirizzi scolastici scientifici e lavori nei quali vengono richieste “competenze matematiche”.
COSA FARE
Gran parte dell’atteggiamento nei confronti della matematica è influenzato dal sistema scuola-famiglia con il quale il bambino interagisce. Tra i fattori ambientali che possono contribuire all’insorgere e allo sviluppo dell’ansia da matematica ci sono la condizione socio-economica e culturale della famiglia, le esperienze scolastiche e il rapporto con gli insegnanti. È molto importante saper individuare i casi in cui la reazione di ansia diventa disfunzionale, in modo da implementare il tipo di intervento corretto. Individuando precocemente l’ansia per la matematica possiamo intervenire impedendo comportamenti di evitamento e tutelando il benessere dell’alunno. Siamo tutti chiamati: genitori, insegnanti e psicologi, ad avere una particolare sensibilità alle emozioni negative del bambino e a saper individuare quando è il momento di intervenire per un supporto specifico.
Bibliografia
Ashcraft, M. H. e Kirk E. P. The Relationships Among Working Memory, Math Anxiety, and Performance. Journal of Experimental Psychology: General, 130, 2, 224-237.
Passolunghi, M.C., Gregori, G. (2011). Bambini con difficoltà di apprendimento nel calcolo aritmetico: il ruolo dell’ansia e della memoria di lavoro. Psicologia Clinica dello Sviluppo, XV, 175- 196.
Richardson, F. C., & Suinn, R. M. (1972). The Mathematics Anxiety Rating Scale: Psychometric data. Journal of Counseling Psychology, 19(6), 551-554
Tonzar, C.,Virgili, E., Paternò, L. (2015) Relazioni tra ansia matematica e apprendimento in studenti del terzo anno di scuola secondaria di primo grado. Atti del XXIV° Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana di Ricerca e Intervento in Psicopatologia dell’Apprendimento (AIRIPA), Pesaro, 9-10 ottobre, p.145